A seconda di quando viene applicato lo smalto e di quante cotture subisce l’impasto ceramico, la piastrella si dice MONOCOTTURA (smalto applicato dopo la pressatura e prima della cottura, in modo che impasto e smalto siano cotti in un unica soluzione) oppure BICOTTURA (prima cottura dell’impasto, applicazione dello smalto e seconda cottura).
Contrariamente a quanto si crede, qualitativamente una buona MONOCOTTURA è esattamente identica ad una buona BICOTTURA, facendo risparmiare un passaggio quindi tempo e soprattutto costi.
A partire dagli ultimi 20 anni, la gran parte della ceramica venduta in Italia è GRES PORCELLANATO, un materiale ottenuto attraverso la cottura a temperature molto più elevate di una normale monocottura (1250° rispetto alla monocottura che prevede temperature comprese tra 900° e 1100°)
La possibilità di utilizzare forni che raggiungono queste elevatissime temperature consente l’utilizzo di materie prime (argille, quarzi…) di migliore qualità, donando alla piastrella maggiore compattezza e soprattutto un grado di porosità (assorbimento d’acqua) bassissimo (<= 0,5%).
Le norme vigenti sulle piastrelle di ceramica (norme mondiali UNI EN ISO) usano una speciale classificazione e denominazione, che si basa su due soli parametri (assorbimento d’acqua e il metodo di formatura)
ASSORBIMENTO ACQUA (AA %) |
|
I
(AA<=3%) |
IIa
(3%<AA<=6%) |
IIb
(6%<AA<=10%) |
III
(AA>10%) |
A (Estrusione) |
AI |
AIIa |
AIIb |
AIII |
B (Pressatura) |
BIa (AA>=0,5%) |
BIIa |
BIIb |
BIII |
BIb (0,5%<AA<=3%) |
Tutte le piastrelle commercializzate nell’Unione Europea devono obbligatoriamente recare sull’imballo il marchio CE.